Giardino di Palazzo Granafei
Palazzo Granafei è la settecentesca residenza marchesale dell'omonima famiglia che ebbe in feudo Sternatia a partire dal 1733; la sua costruzione è attribuita all’architetto leccese Mauro Manieri.
I giardini a corredo del palazzo baronale insistono sui due lati corti della fabbrica. Il giardino a piano terra, sul lato sud, è probabilmente il più antico; in esso sono presenti alcuni sedili in pietra e due cisterne di fattura rustica, un colonnato che sottolinea l’andamento dei vialetti e un terreno piantumato prevalentemente ad agrumi.
Il secondo giardino si sviluppa invece sul lato nord. Noto come “giardino dei fiori”, è provvisto di alcuni interessanti arredi tardobarocchi; se ne conosce presumibilmente il periodo di esecuzione grazie alla data 1769 incisa sulla vera di un pozzo. è disposto su vari livelli, il primo dei quali, in corrispondenza del salone, è accessibile dal piano nobile della residenza; da esso si dipartono due rampe simmetriche che conducono a una quota più bassa.
Lo spazio è ripartito, mediante vialetti lastricati, in piccole aiuole quadrate, bordate da uno zoccolo in pietra; all’interno sono piantati aranci, mandarini e nespoli. Alcune piccole aiuole di forma mistilinea, alla base di alcune colonne lapidee, erano destinate ai fiori e alle erbe aromatiche - probabilmente le stesse per il cui acquisto il Granafei si rivolse al duca di Poggiardo - con le quali erano fatti decotti e oli. A un angolo è una coffee house che ricorda la struttura di una garitta a pianta circolare sormontata da una cupoletta traforata, con un sedile all’interno e dipinti parietali a mo’ di drappo.
Scene di paesaggi bucolici sono in alcune lunette sulla parete che segna il dislivello tra il primo e il secondo piano del giardino. Lungo la balaustra del secondo livello, sui lati est e ovest, si alternano sedili in pietra e fioriere ricavate nello spessore del muro; ancora su questo piano un fondale concavo suggerisce la presenza di una fontana non più esistente.
Al livello più basso infine, raggiungibile mediante una scala, si segnalano un elegante sedile lapideo finemente scolpito e un pozzo incassato nel muro e fiancheggiato da due vasche.
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