Villa Saetta
Il giardino di Villa Saetta è un “giardino adolescente”, di appena 15 anni, progettato e curato direttamente dai proprietari Carlo e Anna de Michele. Originariamente esisteva un vigneto di circa due ettari con annesso “casino” databile intorno alla fine del ‘700. Circa due secoli dopo, nel 1892, il bisnonno materno di Carlo, don Lorenzo Saetta, commissionò all’architetto Carlo Luigi Arditi la costruzione di “Villa Saetta” che ancora oggi possiamo ammirare nella sua struttura originale.
Il terreno circostante, anche dopo la costruzione della villa, continuò ad essere coltivato come fondo agricolo con piante di mandorli, un piccolo vigneto, un agrumeto circondato da mura ed un piccolo orto per le esigenze dei custodi della villa. Non è mai stato rinvenuto un progetto originale del giardino, salvo un piccolo accenno ad aiuole geometriche nello slargo antistante la villa.
A fine anni ’90, Carlo e Anna ereditano la proprietà dopo decenni di abbandono e, sia pure con incertezze e timori, si dedicano con entusiasmo dapprima agli indispensabili lavori di recupero degli interni e poi alla progettazione del giardino, al restauro dell’agrumeto e dei mandorli e alla piantumazione di un uliveto di 100 piante ed alberi di frutti, cercando di realizzare una continuità armonica col paesaggio circostante .
La parte anteriore della villa è costituita da siepi formali, realizzate con essenze mediterranee adatte al carattere estremo della zona costiera di Nardò: lentischi, mirti, corbezzoli, allori, querce e melograni. Sul lato una pineta spontanea nata in mezzo alle “tagghiate”. Sul retro uno spazio dedicato al relax con una disposizione naturale ed una vocazione più intima con alberi di alto fusto di facile manutenzione. In questo spazio sono presenti varie essenze odorose, insieme con rose e gelsomini. Il giardino di Villa Saetta ama ricordare a chi lo percorre il susseguirsi delle stagioni e la bellezza di tutte le fasi naturali delle piante. Attraversando il giardino ciò che emerge è il rispetto e l’amore per i ritmi naturali delle piante, per le fasi di rigoglio primaverile, per quella di riposo invernale e per la fase di resistenza estiva quando, sotto i colpi del sole salentino, alcune piante sacrificano la parte fogliare per conservare un cuore vitale e pronto a rigermogliare alle prime piogge autunnali.
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